LA NASCITA
La nascita di una bambino ebreo è fonte di immensa allegria per una piccola comunità ebraca; significa speranza per il futuro e continuità.
La nascita di un maschietto si dovrà comunicare all’Ufficio Rabbinico per programmare, se le condizioni del nascituro lo consentono, la Milà, l’eterno patto di fedeltà tra Kadosh Baruch Hu ed il suo popolo, l’ottavo giorno e quindi per la scelta del Mohel.
Anche la nascita delle bambine dovrà essere notificata per poter concordare con la famiglia la piccola cerimonia di Zebed haBat dove si da il nome alla nascitura.
BAR E BAT MITZVÀ
I ragazzi che stanno per compiere la maggiorità religiosa devono iscriversi, almeno 9 mesi prima del compimento rispettivamente del tredicesimo e del dodicesimo anno di età, alle lezioni dirette dall’ufficio Rabbinico, telefonando allo 040 371466 o presentandosi di persona. Un mese prima della funzione dovranno sostenere un esame davanti all’autorità rabbinica. Si coglie l’occasione per ricordare che è obbligatorio per tutti i ragazzi possedere un Talleth ed un paio di Tefillin propri. Anche le ragazze, al compimento del dodicesimo anno, possono sottolineare il loro ingresso fra le donne adulte della comunità con una cerimonia che si svolge, la domenica successiva alla festività di Shavuot, dopo un periodo di preparazione sotto la guida del rabbinato.
IL MATRIMONIO
Il matrimonio ebraico è il momento più felice che un comunità ebraica può vivere.
La consacrazione di una coppia ebraica in un’epoca di assimilazione e indebolimento della famiglia è un evento che deve essere visto come la vera rivincita del popolo ebraico sui millenni di persecuzione da parte di tanti nemici.
Creare una famiglia ebraica vuol dire diventare una anello della catena che ci lega a partire dai patriarchi, attraverso Moshé Rabbenu, passando per i grandi Profeti d’ Israele, le importanti comunità medievali con i loro grandi saggi e poeti, fino ad oggi, per essere partner di Kadosh Baruch Hu nella grande impresa della creazione di una società giusta basata sui valori della Torá, che rappresenti un esempio per le nazioni del mondo.
Chi intende contrarre matrimonio ebraico deve fissare un appuntamento col Rabbino, almeno tre mesi prima della data prevista, per poter stabilire i dettagli della cerimonia e combinare delle lezioni con il Rabbino e la Rabbanit sul tema della Purezza Famigliare, la Taharat haMishpachà.
Il Miqwè in via san Francesco 19, dovrà essere prenotato con almeno 3 giorni di anticipo.
IL DIVORZIO
Per sciogliere il matrimonio secondo la legge ebraica, i coniugi devono rivolgersi al rabbino.
La procedura per lo scioglimento del vincolo matrimoniale è una procedura formale che sancisce il definitivo distacco tra i coniugi. Non è una pronuncia di separazione né sono contenuti in esso le motivazioni o le eventuali responsabilità. È l'atto scritto in cui il marito dichiara irrevocabilmente la volontà di sciogliere la moglie da ogni vincolo.
Non vi sono tempi stabiliti per la separazione obbligatoria dopo la consegna del ghet.
La donna potrà risposarsi solo dopo 91 giorni dal divorzio.
I DECESSI
I decessi vanno notificati immediatamente in Segreteria, telefonando allo +39 040 371466, lasciando eventualmente un messaggio telefonico.
Di sabato e nelle feste ebraiche si consiglia di comunicarlo di persona in Sinagoga allo Shammash. Sarà cura dei congiunti fare in modo che il funerale avvenga prima possibile, secondo le disposizioni dell’Ufficio Rabbinico.
La tradizione ebraica prevede che i defunti prima della sepoltura vengano lavati (taharà) e vestiti con le rituali vesti mortuarie (tachrichim). La Comunità fa sì che tale precetto sia eseguito secondo l'alachà (legge ebraica). Il lutto è prescritto per i genitori, i fratelli e le sorelle, i figli e i coniugi. Il primo segno è le kerià, lo strappo dell’indumento che di solito si fa al momento della sepoltura, sulla sinistra se il defunto era un genitore altrimenti sulla destra.
La salma verrà avvolta in un lenzuolo e deposta a terra. Si accenderanno delle candele attorno alla salma ed un lume a olio, che dovrà ardere ininterrottamente fino al compimento del settimo giorno della sepoltura nella stanza in cui è avvenuto il trapasso. Nella stanza dove si trova il defunto verranno coperti gli specchi affinché l’immagine del corpo non venga in essi riflessa.
Da questo momento ha inizio la veglia del morto da parte dei familiari i quali leggeranno i Salmi, fino al momento del funerale. Per tutto il periodo che va dalla morte alla sepoltura i parenti sono Onenim e possono occuparsi soltanto di ciò che è necessario per i funerali, mentre sono esonerati dall’osservanza dei precetti positivi (Tefillà, Birkat Ha-Mazon, ecc.) e non contano per Minian.
Dopo il funerale ha inizio l’Avelut che dura sette giorni. In questo periodo non è permesso agli Avelim (genitori, figli, fratelli o coniuge del defunto) di lavorare. Fino al trentesimo giorno è proibito tagliare la barba e i capelli. Il Kaddish dovrà essere recitato dagli Avelim nell’anno del lutto, durante le preghiere del mattino e della sera.
TRIBUNALE RABBINICO
In Italia ne funzionano due tribunali rabbinici, a Roma e a Milano. Per le pratiche si può scegliere una sola delle due sedi.
CAMBIO DI RESIDENZA
Per iscriversi alla Comunità ebraica locale, chi proviene da un’altra città deve incontrare il rabbino e quindi riempire gli appositi moduli. In caso si provenga da una Comunità europea servirà una dichiarazione di appartenenza all'ebraismo firmata dal rabbino della vomunità di provenienza.
Chi arriva da altri paesi dovrà presentare un documento analogo, rilasciato da un rabbinato ortodosso riconosciuto dall'assemblea dei Rabbini d'Italia.
L'iscrizione è individuale e gratuita e non comprende l'intero nucleo familiare né parenti giunti successivamente. L’entità del contributo annuo sarà concordata con il nuovo iscritto.